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Il corpo umano altamente inquinato
167 sostanze velenose trovate su nove volontari ambientalisti sottoposti a un costoso test in USA
di Paolo Scopacasa
Una ricerca senza precedenti getta una nuova luce sui rapporti tra inquinamento ambientale e salute umana. Si tratta della più completa indagine mai svolta sull'inquinamento del corpo umano, che gli americani definiscono "Body Burden". Pubblicati a fine gennaio dalla rivista medica Public Health Reports, i risultati hanno suscitato le reazioni allarmate di organizzazioni ambientaliste, medici e opinione pubblica, che chiedono al governo USA un maggiore impegno per la tutela della salute dei cittadini.

Lo studio è stato condotto dalla Mount Sinai School of Medicine di New York, in collaborazione con Environmental Working Group e Commonweal (gruppi di ricerca su ambiente e salute). Le analisi, eseguite su nove volontari che non lavorano in stabilimenti chimici né vivono nei pressi di impianti industriali, riguardavano 210 composti chimici e metalli. Sono 167 le sostanze chimiche riscontrate in totale, tra cui 91 composti industriali che, per la maggior parte, non esistevano ancora 75 anni fa.

Nel sangue e nelle urine dei nove volontari sono stati trovati PCB (policlorobifenili, vietati negli USA dal 1976), diossine, furani, metalli (piombo, mercurio, arsenico e cadmio), insetticidi organoclorati (DDT, clordano e altri pesticidi), metaboliti di insetticidi organofosfati (per esempio malatione), ftalati, composti organici volatili e semivolatili (solventi industriali e ingredienti della benzina, come xilene e benzene).

Molte di queste sostanze persistono nell'ambiente per decenni e finiscono nell'organismo umano tramite la catena alimentare. Altre sono presenti nell'atmosfera, altre ancora vengono assimilate tramite il contatto con detergenti, cosmetici, vernici, adesivi e altri oggetti di uso quotidiano, persino mobili e tappeti.

Su un totale di 167 inquinanti, 76 sono cancerogeni, 94 sono tossici per il cervello e il sistema nervoso, 79 provocano difetti congeniti o problemi di sviluppo. Altri rischi interessano il sistema ormonale, lo stomaco, l'intestino, i reni, l'apparato riproduttivo, i polmoni, la pelle, il fegato, l'apparato cardiovascolare, il sangue, l'udito, la vista e il sistema immunitario.

Commentando questi risultati, l'Environmental Working Group ha sottolineato che la realtà potrebbe essere ancora più grave: non è possibile avere un quadro più preciso della contaminazione dell'organismo umano perché le aziende chimiche americane non sono obbligate a comunicare all'EPA (Agenzia di Protezione dell'Ambiente) come vengono utilizzati i loro composti, dove vanno a finire nell'ambiente, quali sono i rischi connessi.

L'EPA autorizza l'80% delle richieste di autorizzazione di nuovi prodotti chimici nell'arco di tre settimane e senza dati in materia di salute e sicurezza. Insomma, soltanto le aziende chimiche possono sapere se i loro prodotti comportano rischi per la salute umana.
In passato studi del genere hanno spinto le autorità americane a prendere provvedimenti. Se non il governo federale, almeno le amministrazioni degli stati. Lo stato della California, per esempio, ha recentemente imposto a cinque catene di supermercati di apporre etichette informative sul contenuto di mercurio del pesce (soprattutto tonno in scatola e simili), in seguito alla segnalazione di gravi contaminazioni da mercurio in un gruppo di pazienti.

E in Europa? Nonostante le direttive UE in materia di PCB, diossine, furani e ftalati, è molto probabile che la contaminazione del corpo umano a seguito dell'inquinamento ambientale sia altrettanto grave. I PCB sono vietati soltanto dal 1985. Le strategie riguardanti diossine, furani e ftalati sono in via di attuazione. Sicuramente ci portiamo dentro dosi più o meno elevate di composti che persistono per decenni e possono arrecare gravi danni alla nostra salute.

Oltre che destare preoccupazione, dati di questo tipo possono indurre a riflettere sul significato da attribuire al concetto di ecologia e sulla direzione da prendere: spesso si parla di "protezione dell'ambiente", di "salvare la Terra", come se ambiente e natura fossero entità distanti e separate dagli esseri umani. In realtà, si tratta di occuparsi della nostra salute, che non può prescindere dalla salute del pianeta su cui viviamo.

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