Volterra
antica città etrusca

di Gato Medici

Col nome di Velathri, centro della civiltà villanoviana (tra il IX e il VII secolo a.C.), Volterra era una delle città stato Etrusche. Velathri, nel III secolo a.C., entrò a far parte della Dodecapoli, la Confederazione Italica religiosa, culturale e commerciale delle maggiori città etrusche, continuando a mantenere i propri ordinamenti commerciali e partecipando alla viva attività mercantile dell'Etruria settentrionale. Con Populonia e Charmas, forse l'odierna Chiusi come appare da un'antica moneta coniata per l'occasione, stipulò un trattato commerciale che contribuì al suo ulteriore sviluppo e la porterà a grande splendore tra il V e il I secolo a.C..

La piccola città stato, come tutte le città etrusche, era retta dal Lucumone, capo politico e militare, che governava con un consiglio di nobili, mentre le classi lavoratrici erano legate da un rapporto clientelare con le famiglie nobili.
La città era circondata da mura fuori dalle quali si estendevano le necropoli che erano delle vere e proprie città dei defunti, molto ben curate a causa del fatto che gli etruschi credevano che lo spirito e le spoglie del defunto sopravvivessero alla morte per cui i loculi venivano costruiti spaziosi e ricchi di corredi funebri.

Nelle necropoli sono stati infatti ritrovati intatti gioielli ma anche i ricordi cari ai defunti e gli oggetti da loro usati nella vita quotidiana.
Sull'attuale Pian di Castello, sorgeva l'acropoli, il primo nucleo della città, sul quale vennero costruiti i maggiori templi dedicati alle divinità maggiori e minori.

Sconfitta da Lucio Scipione Barbato nel 298, la città venne obbligata a far parte delle città federate di Roma e contribuì alla vita romana inviando aiuti militari e viveri durante la Seconda Guerra Punica. Fu la costruzione di una strada litoranea a isolare Volterra dai circuiti commerciali dell'epoca facendola confondere tra i tanti piccoli municipi romani.

Il Palazzo dei Priori di Volterra

Nel V secolo d.C. sotto l'ingerenza della chiesa, divenne sede vescovile e centro di contea della famiglia Pannocchieschi. A volte guelfa e a volte ghibellina, Volterra era costantemente in lotta con San Gimignano, Firenze, Pisa e Siena fino alla Signoria dei Belforti nel 1340 e dei Fiorentini nel 1361. Nel 1472 ci fu la guerra per l'appalto delle miniere di allume e nel 1530 la guerra contro Firenze; da quel momento seguì le vicende del Ducato di Firenze e in seguito del Granducato di Toscana.

Oggi è un rinomato centro turistico la cui fama è dovuta, oltre che alla sua antica storia, anche alla lavorazione dell'alabastro estratto dalle cave circostanti. Utilizzato fin dai tempi degli Etruschi e dei Romani che costruivano sarcofaghi urne e vasi, l'alabastro venne trascurato per secoli finché, nel 1791, Marcello Inghirami aprì una bottega-scuola. Oggi Volterra è uno dei maggiori centri per la produzione artistica di oggetti in alabastro.

Vedi anche:

Gli Etruschi, maestri nella lavorazionedei metalli
Volterra,cosa vedere
"Le Ombre di Volterra"un libro fotografico che ne valorizza la bellezza



Florence ART News
Via Faentina, 127 - 50133 Firenze, Italy
tel. (+39) 055 575488 - fax (+39) 055 587321
E-mail:
fan@catpress.com
©Florence ART News - Tutti i diritti sono riservati