esaurito

N° 24
Quando il bambino muore 2
Esaurito

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Indice:

IL RISCHIO OSTETRICO: UN CONCETTO INACCETTATO
Di Domenico Pecorari (Medico)

PAURA DELLA MORTE E TRASFORMAZIONE NELLA GRAVIDANZA
Di Dario Casadei (Psicologo-psicoterapeuta)

CAMBIARE È POSSIBILE, ANCHE IN OSPEDALE
Di Sabina Dal Verme (Ostetrica)

IL DONO DI MARTA
Di Raniera Floris

L’HANDICAP ALLA LUCE DEL PENSIERO KARMICO
Da D.Bauer, M.Hoffmeister, H.Goerg Gesprache mit Ungeborenen (Dialoghi con i non ancora nati) Stuttgard, Urachhaus, 1994

IL LIMBO DEI PICCOLI
Di Antonia Bertocchi  (Antropologa)

UN LEGAME MINACCIATO. STUDI SULLA MORTE IMPROVVISA DEL NEONATO
Di Gabriella Fois (Ostetrica)

L’OSTETRICA DI FRONTE AI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE
Di Antonia Manenti (Ostetrica)

GINNASTICA POST-PARTO PER MAMME CHE HANNO POERSO IL BAMBINO
Di Helen Gschwend (Ostetrica)

I GRUPPI DI AUTO AIUTO
Di Verena Schmid (Ostetrica)

EDITORIALE del N.24
MARZO 1999

UNO SPAZIO PER LA NASCITA, UNO SPAZIO PER LA MORTE

Ci mancano tutti e due. La nascita è compressa e rimossa nei suoi aspetti più significativi, laddove ci contamina con le sue sensazioni forti, la morte ci terrorizza e ci chiudiamo alle emozioni altrettanto forti che ci impone, rimuovendola e fuggendo.
Forse è come dice la filosofa tedesca Katharina Schenk-Mair che “la rimozione della nascita porta all’ossessione dalla morte”, ma, continua, interpretando il mito di Demetra, quando rifiuta la fertilità e il rinascere della vita,  “l’atto del dare la vita, l’atto del nascere è più forte, più potente della morte, poiché la morte può nutrirsi solo di quello che è nato”.
Distingue tra il “portare al mondo” e il “venire al mondo”, di cui sono protagonisti due soggetti diversi e in cui vengono espressi due potenzialità diverse. La donna che perde un bambino ha comunque dato la vita, senza la quale non vi poteva essere la morte. Chi è venuto al mondo per morire, o non ha completato il suo venire al mondo, limitandolo alla vita intrauterina ha incrociato il suo percorso personale con chi l’ha accolto e gli ha offerto di essere canale per lui. Non abbandona sua madre, i suoi genitori, sempre fa sentire loro la sua vicinanza e il suo amore, e sempre lascia loro un dono. Un dono difficile da scoprire, a volte subito, a volte dopo molto tempo, alla conclusione dell’elaborazione del processo di lutto.
Altrettanto si può distinguere tra l’accompagnare nella morte e il morire.
Questo numero offre spunti per le diverse soggettività coinvolte nell’esperienza della morte: per l’ostetrica e gli altri operatori, per i genitori e i loro familiari, per il bambino deceduto. Affronta anche il tema di altre perdite come quella del handicap, quella dell’aborto volontario, mettendole in una luce un po’ diversa che può, ma non deve, dare possibili punti di vista, ma che spero aiuti comunque ad ampliare lo sguardo su tematiche così vaste e incontenibili nei comuni schemi mentali.
Offre uno spazio ampio alla nascita e all’accompagnamento nella perdita, ai bisogni e diritti di tutte le soggettività coinvolte, alle emozioni profonde che le accompagnano. Nella rubrica “Il parto extraospedaliero” abbiamo riportato un’esperienza coraggiosa i cui protagonisti però hanno saputo tenere conto di una situazione di fatto e sono riusciti a viverla in prima persona tutti e tre: i genitori, l’ostetrica, il bambino morente. L’intensità del racconto con le sue valutazioni anche razionali, la coerenza espressa, non possono che toccare profondamente.
Nel centro del giornale troverete una guida per i genitori che affrontano una perdita. E’ pensata come vostro strumento da dare ai genitori nel momento in cui si trovano in questa situazione. Chi ne volesse un certo numero (anche tramite la propria ASL), può ordinarla presso la redazione.
E infine questo numero vi accompagna oltre la comprensione all’accettazione e alla possibile risoluzione del lutto con la sua nuova creatività.

Verena Schmid

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