L'essere umano, i minerali, i metalli
Breve storia dello sfruttamento minerario

di Carlo Alberto Garzonio
docente di Geologia Applicata
presso la Facontà di Architettura dell'Università di Firenze

Gran parte della storia dell'essere umano, con la nascita delle civiltà, può essere descritta anche attraverso l'evoluzione dei sistemi idraulici (le "comunità idrauliche") delle prime culture urbane, legate soprattutto a cambiamenti climatici, alle conseguenti necessità di irrigazione e di regimazione delle acque, e quindi ai sistemi idro-geo-morfologici locali (sia di pianura che di rilievo, presso sorgenti e falde acquifere).

Si ebbe lo sviluppo delle attività manuali che portano alla differenziazione del lavoro, a processi produttivi sempre più complessi. Da ciò la necessità di incrementare gli strumenti per le varie attività, per il trasporto, con l'utilizzazione di nuovi materiali, di tecnologie.

A questo hanno sicuramente contribuito la scoperta , poi la ricerca e la messa a punto di tecniche di sfruttamento di nuove risorse. In altri termini la storia dell'essere umano, delle civiltà può essere scritta anche con la storia dello sfruttamento delle risorse minerarie, dei metalli, della ricerca di nuovi giacimenti, dell'industria mineraria.

Si ricordano alcune tappe della storia: dopo il neolitico, si ebbero le prime civiltà monumentali, in Egitto, in Mesopotamia, in India, in Cina, etc., con lo sviluppo della tecnica della lavorazione dei metalli (soprattutto rame e stagno), la produzione dei mattoni, della pietra squadrata, la realizzaziooe di muri poligonali, la lavorazione dei metalli nobili e di pietre preziose(3000-1700 a.C.); L'età del bronzo (1700-800 a.C.), allorquando si diffuse in tutta Europa la lavorazione di gran parte dei metalli, tramite le conoscenze irradiate soprattutto da Micene.

L'età del ferro dal XII secolo a.C., con la lavorazione del metallo per armi, strumenti ed ornamenti che dal vicino oriente ed in Grecia, si diffuse in tutta Europa. La rivoluzione industriale, con le macchine a vapore, lo sfruttamento del carbone, la moderna siderurgia, dal 1700 in Inghilterra, poi in tutto il mondo, fino alla lavorazione delle leghe, e soprattutto degli acciai. Fino allo sviluppo della scienze, della moderna tecnologia, etc.

A tal proposito proprio tre anni fa si sono avuti convegni in tutto il mondo poiché ricorreva il V centenario della nascita di Agricola che nel "De Re Metallica", nel 1556 illustrava magnificamente la ripresa delle attività minerarie dopo la caduta dell 'Impero Romano d'Occidente, dopo l'anno mille, attraverso i codici minerari medievali e la descrizione della meccanizzazione in miniera e delle tecniche metallurgiche.

Altre analisi tecniche sulla ricerca mineraria furono fatte da Biringuccio da Siena, nel 1540, a testimoniare l'importanza della storia mineraria e del contributo tecnico fornito dall'Italia. Biringuccio, ancor prima dell'Agricola, aveva intuito l'importanza della ricerca mineraria che iniziasse nel letto e nelle rive dei fiumi, anticipando così la moderna geochimica, per arrivare al piò importante minerale profondo scavando alla base del monte anziché dagli affioramenti, cioè abbandonando il metodo etrusco anche per una migliore eduzione dell'acqua delle falde sotterranee.

Proprio in
Sardegna, nel tardo neolitico con i Nuraghi, come quello di Guspini, si ha testimonianza del primo impiego nella storia di calce aerea. Nell'Eneolitico, si entra nella storia di transizione fra l'età della pietra e quella del bronzo, con l'introduzione della tecnica di cottura con rivestimenti refrattari per i primi forni metallurgici, ricorrendo anche all'uso dei metalli.

Dapprima si lavorava il rame, in Sardegna in primis, e poi lo stagno che i fenici importavano dalla Cornovaglia, e lavorato soprattutto dagli Etruschi. Con la scoperta dei giacimenti nel Campigliese, vicino a Livorno, nelle colline metallifere nell’isola d’Elba, iniziò la lunga storia mineraria della Toscana.

Il pozzo Valsecchi
a
Gavorrano, nell'Alta Maremma
esempio di struttura per
lo sfruttamento minerario

I minerali del ferro e del mercurio furono per primi valorizzati dagli etruschi.
Si ricorda il centro di
Populonia, "polo" della lavorazione del ferro, proveniente dall'isola d'Elba, con a disposizione il legname degli estesi fitti boschi dell'entroterra, proprio in vicinanza dell'area mineraria di Campiglia.

Ma sia per gli etruschi, che ad esempio altre popolazioni quali i Salassi che nel vercellese lavoravano l'oro, pur provetti minatori e metallurghi erano mal organizzati militarmente, per cui la successiva dominazione romana determinò la decadenza mineraria per l'Italia, poiché i Romani spostarono le attività.
Una totale decadenza si ebbe poi con la caduta dell'Impero romano d'occidente.

Grandi cambiamenti si ebbero con la scoperta dell'America e dei territori da "sfruttare", o nuovamente da “coltivare”; con la rivoluzione industriale, lo sviluppo della Scienza della Terra e delle moderne tecnologie, prende corpo la moderna ingegneria mineraria.

L'industria mineraria con alterne vicende (guerre mondiali, rivoluzioni tecnologiche, riconversioni, etc.) giunge all'attuale situazione, caratterizzata da una forte crisi, (totale per l'Italia) nel campo minerario-metallurgico, al contrario dei settori minerario-industriale e minerario-energetico.

Vedi anche:

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