Il fotogiornalismo in Italia


Sessant'anni di fotografia


Intervista a Fosco Maraini

di Sandro Pintus

Sessanta anni di fotografia sono tanti. Una vita intera vedendo il mondo esterno da dietro l' aggetto che ci permette di cogliere l'attimo, fermare il momento irripetibile per mostrarlo al mondo. Fosco Maraini il mondo l'ha girato come antropologo, etnologo, giornalista, fotografo ma soprattutto come un curioso essere umano testimone consapevole della nostra famiglia umana, mostrando le differenze religiose, culturali, razziali non come un difetto ma come una importante componente della varietà della famiglia umana, mostrando sempre rispetto per la diversità.


Cosa è per lei la fotografia?


La fotografia è un'arte strana. Al suo interno esiste un elemento di casualità di impersonalita e di fortuna che va tenuta in considerazione. A volte il caso porta il fotografo in quella tale situazione che gli ha permesso di realizzare quella determinata immagine. Ma devo ricordare che una delle fasi più importanti della fotografia è l'ingrandimento. Il lavoro dell'ingrandimento è la valorizzazione del negativo. Io amo molto il bianco e nero. Resuscita e torna ed essere esteticamente superione alla fotografia a colori. Con la fotografia in B/N si coglie l'essenza del soggetto.


Quando ha iniziato con la fotografia ? Ricorda la sua prima immagine e a quale delle sue immagini è più affezionato?

Ho iniziato a fotografare nel 1928 e tra le mie prime foto ricordo quella dell'uomo sul traliccio. Non è la più antica ma quella più antica di questa mostra. Mentre una delle immagini alle quali sono più affezionato è una foto scattata in Giappone che ho chiamato "La lotta col nulla". Si tratta di un'immagine fatta durante la mattina di capodanno a Tokio dove si radunano i vigili del fuoco e si esibiscono in cima a una scala dimostrando la loro bravura equilibrismo e coraggio. la dimostrazione della loro bravura sembrava una lotta contro un invisibile nemico.



Tokio - 1963
"La lotta col nulla"

Lei ha viaggiato per mezzo mondo. Quale è stato il paese che secondo lei è riuscito ed esprimere meglio attraverso le sue immagini?

E' difficile dirlo. Gli spettatori possono decidere meglio di me. Certo che del Giappone posso dire che lo conosco abbastanza bene ma il paese a cui ho dedicato più entusiasmo è stato il Tibet.

Quanto è rimasto influenzato dalla cultura tibetana?

Molto. E partecipo con tanto dolore alle traversie che adombrano i tibetani di oggi. Devo dire che la situazione del Tibet mi dà molta sofferenza.

Quale evoluzione ha avuto la fotografia da quando ha iniziato a oggi?

Devo dire che senza dubbio c'è stato il trionfo del colore. Poi si è evoluta verso una maggiore astrazione e verso l'imitazione delle arti pittoriche.

Qualcuno l'ha paragonata a Herry Cartier-Bresson. Lei come si sente?

Mi sento onoratissimo di questo paragone ma non mi ci riconosco in quel grande fotografo come Cartier-Bresson. Forse qualcuna delle mie immagini somiglia ad alcune sue foto.

Come vede la fotografia di fine secolo e fine millannio? Vede uno sviluppo a livello di massa come è successo fino ad oggi o crede che la Fotografia sia ancora un privilegio di pochi?

Fare previsioni per il futuro è sempre difficile. Se negli anni Settanta avessero chiesto dell'Unione Sovietica, probabilmente avremmo detto che si sarebbe rinforzata e ingrandita e che forse sarebbe arrivata a dominare il mondo. Invece nel 1989 tutte le previsioni si sono azzerate. Quindi è difficilissimo. Penso che sia sempre una elite a portare avanti le fiaccole in qualsiasi campo, quindi anche nella Fotografia. Anche se ormai è a livello di massa, coloro che emergeranno saranno pochi.

Dopo aver osservato il mondo per 60 anni dietro la macchina fotografica, come si sente dentro?

Io non ho mai teorizzato, non ho mai sottoscritto nessun "ismo". Ho sempre fotografato per passione perché una bella immagine mi dà gioia. E' semplicemente questo.



Fotoreporter On Line
fotogiornalismo e fotografia

E-mail:fotoreporter@catpress.com
Redazione: Via Faentina 127 - 50133 Firenze, Italy
tel. & fax (+39) 055 575488
© Fotoreporter - Tutti i diritti sono riservati.