I fotografi
Lewis W. Hine (1874-1940)

di Maurizio Berlincioni

Nato a Oshkosh nel Wisconsin, dopo una lunga espgrienza giovanile di lavoro in fabbrica (cosa che gli permise di avere una conoscenza diretta e di prima mano di quello che fu poi il mondo della sua indagine fotografica), Hine frequentò con profitto le Università di Chicago e di New York e si laureò in Sociologia.

Iniziata la carriera di professore presso una scuola di New York, decise di utilizzare la fotografia per drammatizzare e rendere più efficace il suo insegnamento, ma abbandonò presto questo lavoro, almeno sul piano formale (poichè nella sostanza egli rimase sempre un maestro, nel senso più profondo della parola) per dedicarsi a tempo pieno alla fotografia.

Non credo sia eccessivo considerarlo un crociato nella lotta contro la tragedia dello sfruttamento e dell'ingiustizia sociale, spinto sempre dal desiderio di mostrare agli altri, ai più fortunati, a quelli che immersi nell'apatia e nell'ingordigia del loro benessere vanificano le aspettative che il nuovo mondo ha fatto intravedere a milioni di esseri umani che dai più remoti angoli dellla terra vi si stanno rifugiando in cerca di condizioni di vita migliori.

E' proprio questo mondo di promesse tradite e di aspettative disattese che Hine cercò di mostrare, documentandolo in tutta la sua crudezza ed il suo squallore, ma sempre con un occhio affettuoso verso i soggetti ritratti, sempre con una capacità di sintesi, dovuta sia alla sua formazione culturale sia alle sua sensibilità di vero artista. Nel primo decennio del secolo Hine concentrò la sua attenzione sugli immigrati che sbarcavano a migliaia ad Ellis Island, seguendoli poi nelle loro squallide abitazioni, entrando nei luoghi miserabili del loro lavoro, gettando uno sguardo carico di simpatia sui giochi dei loro bambini in mezzo alla spazzatura ed ai relitti umani che affollavano le strade dei bassifondi della città di New York.

Perfettamente conscio del valore soggettivo delle proprie fotografie, egli riteneva, a ragione, che esse portassero in se una carica dirompente, capace di suscitare sdegno e desiderio di cambiamento in una società basata quasi esclusivamente sullo sfruttamento dei più umili e dei più diseredati.

Forte della sua preparazione culturale si mosse sempre con disinvoltura in questo difficile mondo dell'emarginazione e le sue immagini non contengono mai inutili orpelli. Si può senz'altro far riferimento al suo lavoro come al primo esempio di photo story: egli stesso definiva le sue immagini delle "fotointerpretazioni" e le pubblicava come dei "documenti umani".

Le immagini dei bambini, fuori e dentro le fabbriche, realizzate per conto del National Child Labor Committee, quelle stesse immagini che seppero attrarre l'attenzione degli americani sullo sfruttamento del lavoro minorile e che riuscirono a far votare alcune leggi fondamentali a protezione dei minori, sono molto spesso di una incredibile bellezza formale, elemento questo che, non essendo mai fine a se stesso, nulla toglie alla forza informativa legata alle loro implicazioni sociali.

L'occhio di Hine d'altronde non si rivolse mai esclusivamente agli aspetti negativi della realtà che lo circondava: nato nelle campagne del Wisconsin, egli portò sempre dentro di se, pur vivendo in una grande metropoli, quel senso di stupore e quel rispetto per la grandezza della natura che caratterizza appunto coloro le cui radici affondano in un ambiente rurale.

Uno dei libri fotografici
con le immagini di
Lewis W. Hine


Lewis W. Hine sentiva molto quello che considerava un dovere primario, mostrare ai suoi concittadini come spesso la prospgttiva di nuove opportunità aperte dal progresso tecnologico venisse tragicamente e brutalmente tradita. Molte immagini, scattate nel 1918, documentano con grande partecipazione l'attività assistenziale della Croce Rossa americana in un'Europa devastata dalla prima guerra mondiale.

Nel 1932, venne pubblicato un volume dal titotlo Men at Work (Uomini al lavoro) tra le cui immagini spiccano per bellezza e originalità quelle scattate da Hine tra gli uomini che partecipavano alla costruzione dell'Empire State Building, all'epoca l'edificio più alto del mondo. Questo lavoro ebbe poi un seguito in un volume successivo, Women at work.

Considerato quasi un genio nel corso della sua vita attiva, Hine ebbe la sventura di chiudere i suoi giorni praticamente povero m dimenticato da una società che non aveva più né tempo né voglia di occuparsi di quei temi a lui tanto cari come l'impegno sociale e la solidarietà. Solo in tempi recenti, tempi in cui purtroppo questi temi sono tragicamente tornati di attualità, il lavoro di Hine è stato riscoperto e nuovamente rivalutato in tutta la sua importanza

(© 1997 M.Berlincioni)

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