esaurito

N° 14
La nuova ostetrica tra scienza e arte 1
Esaurito

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Indice:

LA RINASCITA DELL’ARTE OSTETRICA: PRESENTAZIONE DEL PROGETTO DI FORMAZIONE PERMANENTE DA OSTETRICHE PER OSTETRICHE
Di Verena Schmid (Ostetrica)

LE BASI SCIENTIFICHE PER IL LAVORO DELL’OSTETRICA: ORIZZONTI POSSIBILI NELL’ASSISTENZA AL PARTO
Di Sandra Forni (Ostetrica)

L’ARTE OSTETRICA E LE LEGGI DELLA FISIOLOGIA
Di Marta Campitoti (Ostetrica)

STRUMENTI SPECIFICI DELL’OSTETRICA PER CONSERVARE E PROMUOVERE LA SALUTE
Di Paola Frisoli (Ostetrica)

LA MAIEUTICA E LA CREATIVITA’: IL COMPITO “EDUCATIVO” DELL’OSTETRICA RISPETTO A SE STESSA E ALLA POTENZIALITA’ DELLA DONNA E DEL BAMBINO
Di Rossella Rossi e Leda Reggiani (Ostetriche)

L’INTUIZIONE E IL SUO USO COSCIENTE COME STRUMENTO INTEGRANTE NELLA PRATICA DELL’ “ARTE”
Di Verena Schmid (Ostetrica)

L’OSTETRICA, ARTE E SCIENZA
Di Miriam Guana (Ostetrica)

ASPETTI STORICI DEL POTERE DELLA NASCITA
Di Antonia Manenti (Ostetrica)

IL PROBLEMA DELLA DIDATTICA: QUALE RUOLO DELL’OSTETRICA? I RISULTATI DI UNA INDAGINE FRA LE SCUOLE ITALIANE
Di Daniela Calistri (Ostetrica)

LA DONNA PASSIVA, L’OSTETRICA COME MEDIATRICE SUBALTERNA: LE RADICI STORICHE DELLA PASSIVITA’
Di Gabriella Fois (Ostetrica)

EDITORIALE del N.14
SETTEMBRE 1996

Cinquecento ostetriche a parlare di chi sono, cosa fanno, cosa potrebbero fare, quali sono i loro problemi, le loro aspettative e le loro delusioni, ad ascoltare la nascita “dall’interno” attraverso i pezzi di teatro e danza, a lasciarsi toccare dal potere della nascita senza la possibilità di rimanere indifferenti, a prendersi per mano: una grande esperienza collettiva che a volte ha raggiunto apici di tensione, altre volte apici di entusiasmo - tutto questo e altro è stato il primo convegno nazionale proposto dalla Scuola Elementale di Arte Ostetrica, e non sono mancati i politici e i rappresentanti istituzionali con i loro auguri e le loro promesse
L’ampia e vivace partecipazione di tante colleghe è andata molto oltre le aspettative e le speranze. La proposta del tema ci sembrava un po’ a rischio, l’obiettivo difficile da raggiungere: l’intenzione era quella di esprimere e fare percepire la nascita come evento vivo con tutta la sua forza e il suo potere che appartiene biologicamente e storicamente alla donna con il bambino nascente, cercando di restituirglielo attraverso un nuovo modo dell’ostetrica di educare, assistere e accompagnare la donna in una relazione maieutica, disegnando e proponendo un nuovo identikit della professionista ostetrica.
Inoltre volevamo proporre un nuovo modo di fare convegni, meno convenzionale, meno razionale, con criteri più femminili con un ritmo più movimentato, con linguaggi vari ed esperienze vissute, con qualche emozione. Sarebbe stato accolto con simpatia, con diffidenza, condiviso, da un pubblico vasto ed eterogeneo? Non lo sapevamo!
A posteriori possiamo dire che le ostetriche hanno ancora una volta espresso chiaramente il loro desiderio di cambiare, di rompere i vecchi schemi di lavoro, di ridefinire la loro condizione professionale di ritrovare una maggiore specificità nel loro lavoro e la loro condivisione  dei valori e delle proposte della Scuola Elementale di Arte Ostetrica.
Che il parto cosìdetto alternativo a lungo emarginato sia uscito dalla sperimentazione e dalla “nicchia” sociale, mettendo a disposizione di tutti i saperi accumulati in anni di esperienza pratica, lo dimostra anche la recente proposta di legge presentata al governo da 50 deputati sul parto extraospedaliero che ha suscitato un ampio dibattito nel paese. Sembra un dibattito medico sulla sicurezza sanitaria di donna e bambino, in realtà in gioco è ancora una volta il potere, il potere di chi vuole controllare il parto e attraverso il parto la donna, contro il potere naturale delle donne che rivendicano la loro libertà di decisione e scelta.
La riflessione che invito a fare ogni ostetrica è: posso riconoscere alle altre donne il diritto a un’esperienza piena, libera e creativa della loro maternità? Posso darle fiducia e concederle il diritto alla scelta? Se mi sento in difficoltà, da cosa ha origine?

Verena Schmid

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