N° 18 La vita prenatale

 

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Indice:

INTERPRETAZIONI FUNZIONALI DEI MOVIMENTI FETALI
Di Adriano Milani Comparetti (Medico)

IL SENSO DELL’OLFATTO NEL CONCEPIMENTO E IN GRAVIDANZA
Di Gino Soldera

LA VIBRAZIONE SONORA STIMOLATRICE DELLA VITA PRENATALE
Di Mariella Ciantini (Cantante e musicoterapeuta)

SUONO, CANTO, MUSICA E CRESCITA DELLA PRIMA RELAZIONE
Di Elisa Benassi (Ostetrica)

LE MANI DELL’OSTERICA SULLA PANCIA DELLA MAMMA: RIFLESSIONI E PENSIERI
Di Laura Goria (Ostetrica)

CON UN OCCHIO DI RIGUARDO
Di sara Riggio (Psicologa)

IL BAMBINO E GLI ULTRASUONI
Di Verena Schmid (Ostetrica)

RIFLESSIONI ATTORNO ALLA DIAGNOSI PRENATALE
Di Polina Zlotnik (Ostetrica)

IL COLLOQUIO INFORMATIVO
Di Verena Schmid (Ostetrica)

TRIPLO-TEST E GRAVIDANZA: QUALE IMPATTO SULL’ANSIA MATERNA?
Di M.S.Spada e B.Cadonati (Medici)

IL TEMPO DELL’ATTESA: ADESSO
Di Paola Maria Lussoglio (Ostetrica)

LA VITA DI UN BEBÉ
Di Francois Weyergans

EDITORIALE del N.18
SETTEMBRE 1997

LA VITA PRENATALE TRA FANTASIA E FISIOLOGIA 

Prima il sapere della vita prenatale apparteneva alla fantasia e alla ritualità. L’importanza dei sensi per il bambino in utero era da sempre conosciuta: si diceva che le donne incinte dovessero guardare immagini belle, bambini belli, che dovessero usare odori gradevoli, in particolare modo al momento della nascita per invogliare il bambino a uscire, che dovessero mangiare cibi buoni e soddisfare le voglie del gusto, che cantare canzoni dolci avrebbe calmato il bambino. Non dovevano legare i capelli né accavallare le gambe, (atteggiamento di apertura), non dovevano portare cinture né collane (togliere inibizioni e restrizioni). Era la ritualità popolare a fornire gli elementi essenziali all’educazione alla nascita.
In molti popoli sono ancora le cerimonie prenatali che favoriscono nella madre gli atteggiamenti giusti per favorire lo sviluppo del bambino e la prima relazione con lui, atteggiamenti di apertura e ricettività, creando così il terreno per una sana crescita del bambino. Ma anche al padre viene attribuito un ruolo importante nel nutrire il bambino in utero con la sua essenza maschile, necessaria al bambino quanto quella femminile per diventare un essere completo e armonioso. Su quest’argomento, molto interessante da sviluppare, manca un articolo in questo numero. Ancora siamo talmente assorbite dal recupero della dimensione della donna prima, del bambino nascente e neonato poi, che la dimensione maschile della creazione dell’essere umano è rimasta ancora in ombra ed è tutta da scoprire e ridefinire. In “Visualizzazione per la coppia” a pag. 35 ho provato a dare un primo messaggio in chiave metaforica. Vorrei solo ricordare che ognuno di noi, e ogni bambino in utero, é composto da una parte maschile e una parte femminile che richiedono di essere alimentate entrambi. Le fantasie sul bambino senza sesso, o di entrambi i sessi, talvolta maschio, talvolta femmina come compare nei sogni, né può essere un esempio.
Oggi abbiamo scoperto il bambino con l’occhio esterno. Ne possiamo vedere il sesso, definirlo come appartenente a una metà dell’umanità, possiamo osservare le sue reazioni al gusto, all’udito, al tatto, agli odori, possiamo dimostrarne le competenze sensoriali e motorie, possiamo fare le nostre proiezioni sulle sue prodezze e attitudini, possiamo sorprenderlo nella soddisfazione dei suoi bisogni elementari.
Molto di quello che prima era invisibile ora è visibile. Ciò comporta sicuramente una maggiore attenzione verso l’esistenza di quella parte della nostra vita che non conta nemmeno anagraficamente.
Ma quali sono i benefici? quali i prezzi da pagare? Questo numero offre molti spunti di riflessione e invita, come sempre, di fare buon uso delle conoscenze e delle possibilità oggi esistenti.

Verena Schmid

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