esaurito

N° 20
La salute della donna
Esaurito

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Indice:

PECHINO 1995: DONNE E SALUTE
Di Marilia Zappalà (scrittrice)

MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: LE ORIGINI CULTURALI
Di Marilia Zappalà (scrittrice)

MUTILAZIONI GENITALI FEMNILI: LE CONSEGUENZE SANITARIE
A cura di Verena Schmid (Ostetrica)

LA VIOLENZA E LE DONNE
Di Verena Schmid (Ostetrica)

UNA REVISIONE CRITICA DELLE INDICAZIONI CONVENZIONALI PER L’USO DELL’EPISIOTOMIA
Di Sabina Pastura (Ostetrica)

LE MANI DELL’OSTETRICA
Di Antonia Vanenti (Ostetrica)

MENOPAUSA SENZA CEROTTO. L’OSTETRICA COME INTERMEDIARIA RITUALE IN UN CICLO DI CAMBIAMENTO
Di Paola Frisoli (Ostetrica)

IL MITO DEL CEROTTO
Di Valeria Castagna (Ostetrica)

CICLI E RITMI FEMMINILI
Di Paola Frisoli (Ostetrica)

MESSAGGI DAL NOSTRO CORPO
Di Jeannine Parvati Baker (Ostetrica)

IL CERCHIO DI LUNA
Di Patrizia Besantini

CARA LUNA…
Di Paola Maria Lussoglio (Ostetrica)

HAMMAM
Di Paola Maria Lussoglio (Ostetrica)

EDITORIALE del N.20
MARZO 1998

LA SALUTE DELLA DONNA TRA CREATIVITÀ E VIOLENZA

Questo numero inizia con la descrizione dell’estrema violenza delle mutilazioni genitali femminili e si chiude con il sogno e l’estrema ricerca della cura di sé e del benessere con la descrizione dell’Hammam multietnico e interculturale di Torino. Tra questi due poli si snoda la vita delle donne in tutte le culture. Ciò che succede nei paesi africani, è presente anche nella nostra società sotto forme e sembianze un po’ diverse, ma le dinamiche profonde sono le stesse. Vittime allora di una società a valenza patriarcale?
Le riflessioni attuate a livello mondiale delle donne (conferenza di Pechino per esempio) e degli uomini (OMS e altre organizzazioni nazionali) nel tentativo di comprendere il fenomeno dicono di no: un importante elemento nell’autorizzare e mantenere la violenza sulle donne è l’atteggiamento passivo e sottomesso delle donne stesse, trasmesso attraverso di loro di generazione in generazione!
In altre parole: finquando accettiamo passivamente e con rassegnazione, frustrazione e rabbia la situazione quotidiana di violenza, per esempio la violenza in sala parto, siamo complici della violenza stessa e contribuiamo nel mantenerla. L’omertà, il silenzio, il distogliere lo sguardo da parte delle donne ha tenuto segrete fino a ora molte violenze praticate in famiglia e nei luoghi sociali e lavorativi.
Come reagire? Portando luce nelle zone oscure, personali e sociali.  Attraverso lo sviluppo della propria creatività. Attraverso l’attenzione verso di sé. Attraverso percorsi di consapevolezza. Attraverso la cura di sé.
A volte questa ricerca ci porta a momenti di rottura con altri gruppi sociali, a un ritiro in ambiti separati, esclusivamente femminili, per poterci permettere di identificarci meglio e di rinforzarci, ma poi porta inevitabilmente a una ripresa del dialogo sociale e sessuato basato però sulla prospettiva di una reale  parità.
La disparità uomo - donna è infatti stata individuata come una delle basi più importanti per lo sviluppo dell’aggressività e della violenza, e Pechino invita i governi a prendere misure in tale senso. Però non è solo con le leggi che si ottiene questa parità, ma sopratutto attraverso un processo di elaborazione dei propri aspetti aggressivi, remissivi, reattivi e creativi.
La rabbia, secolare, presente in tutte le donne, può diventare canale e strumento verso il portare alla luce e l’investire in creatività innovativa. Infatti, quando emerge è luminosa, sognante e dirompente.
      
Verena Schmid

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