N° 44
La continuità dell'assistenza

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Indice:

Le basi legislative per realizzare servizi con  il servizio di continuità
di Marina Lisa (ostetrica)


il contributo delle evidenze
di Sandra Forni (ostetrica)


LE ostetriche formiche
di Giulia Minucciani (ostetrica)

il punto di forza
di Valentina Gualandi (ostetrica)

l’ascolto
di Nicoletta Salomon (mamma)


Professionalità e continuità
di Carmela Carpanzano (ostetrica)


la salutogenesi nel percorso nascita
di Rosa Perazzola (ostetrica)


l’arte di comunicare
di Stephanie Bianco (ostetrica)


la forza di cambiare
di Valentina Duravia (ostetrica)


aree di competenza e responsabilità
dell’ostetrica oggi
di Miriam Guana (ostetrica)


cosa perdiamo se dimentichiamo?
di Noelle Rizzato (mamma e educatrice prenatale)

il dopo comincia prima
di Lisetta Rafanelli (ostetrica)


norvegia: l’allattamento migliore del mondo
di Tine Greve ((ostetrica e IBCL)


il pianeta aticsan
di Giuseppina De Lorenzo (ostetrica)

EDITORIALE del n. 44
MARZO 2004

HO UN SOGNO

Le donne chiedono… chiedono la continuità, chiedono il cesareo, chiedono l'epidurale, chiedono… Si parla di diritti, diritti alla possibilità di poter usufruire di…
Non si parla (non abbastanza) di scelta, anzi di scelte. Del resto il menù esposto è molto ridotto, offre solo un piatto di pasta, condito in vari modi, all'analgesico, alle prostaglandine, al bisturi, in bianco, ma sempre di un piatto di pasta si tratta. Siamo in un'osteria del resto e si mangia quel che il convento passa.
E se noi ostetriche provassimo ad aprire un nuovo locale? Con un menù esteso, composto di vari piatti per tutti i gusti? Un menù dall'antipasto al dolce? Dove si possono scegliere i piatti in base alla fame e al desiderio del momento? O in base alla propria cultura o convinzione alimentare? Accompagnati da vini e bevande  stimolanti e piacevoli? In un atmosfera calda e di intimità? Non potrebbe avere successo?

"E' impossibile! A meno ché una non voglia lanciarsi nel parto domiciliare o nell'impresa di una casa maternità! "

"Siamo sicure?"

Offrire la continuità dell'assistenza a una donna in attesa o alle donne nel loro ciclo di vita è sicuramente il modo più gratificante e creativo per un'ostetrica di esercitare la sua professione (lo dice la scienza), è sicuramente un'offerta verso le donne che  può permettere loro una vera scelta, un contenimento importante e soprattutto le aiuterà a diventare più forti. E' sicuramente la modalità più efficace per promuovere la salute, per la salutogenesi  ed è sicuramente il compito professionale centrale della nuova ostetrica laureata, in grado di lavorare in autonomia e di assumersi questa responsabilità, pari a quella di un medico di famiglia. Inoltre è efficace dal punto di vista degli outcome e a basso costo. Se siamo convinte di tutto questo, le forme organizzative si troveranno, a costo di lavorare come le formiche.
Penso che abbiamo bisogno di una visione per la nostra professionalità. La richiesta di autonomia professionale si sente forte tra  le ostetriche. Un'ostetrica tecnologica non potrà mai lavorare in autonomia, dipenderà sempre direttamente dallo specialista. Solo nell'assistenza di base alle donne sane,  dove gli strumenti di vigilanza e sostegno sono di natura non medica, ma clinica - relazionale, dove il sapere è trasversale e l'obiettivo è quello di rendere la donna il più attiva possibile verso la sua salute e esperienza,  l'autonomia professionale dell'ostetrica trova una ragione e una reale possibilità d'essere.
Perché non proviamo a giocare con delle idee, a presentare progetti che sicuramente verranno bocciati, a disegnare utopie che possono rispondere ai nostri bisogni e a quelli della nascita, a ideare dei menu complessi? E una volta messe su carta li portiamo avanti, a pezzettini, un po' alla volta? Per essere sempre più vicine alle donne?
La continuità dell'assistenza è un modo per restituire all'ostetrica il suo posto sociale centrale e riconosciuto. Certo, ci vogliono degli strumenti professionali specifici e multidisciplinari, che si conquistano anche con l'esperienza diretta. Poter essere vicine alle famiglie, per lunghi mesi o anni, riempire le giornate lavorative di relazioni sempre nuove e sempre sorprendenti, attraversare accanto alle donne periodi di gioia, preoccupazione, lutto e partecipare alla forza della formazione della vita è di grande insegnamento e fornisce un osservatorio privilegiato delle dinamiche della vita, per chi ha occhi per vedere,  mani per sentire, orecchie per udire e naso per fiutare.

Verena Schmid

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