N° 45
Le doglie

!

Indice:

ALGOS E PHATOS, I DOLORI DEL CORPO E DELL’ANIMA di Rossella Minocchi (ostetrica)


LE FUNZIONI DELLA DOGLIA
di Stephanie Bianco
e  Manuela D’Ambrosio (ostetriche)


LA SCATOLA COLORATA
di Giulia Minucciani (ostetrica)


LA DOGLIA E IL DOLORE DEL PARTO
di Maria Angela Masaro (ostetrica)

LE TRE DIMENSIONI FISIOLOGICHE DEL DOLORE
di Gabriella Fois (ostetrica)


PERDERSI...
di Verena Schmid
e Rossella Minocchi (ostetrica)


L’ANALGESIA NATURALE
di Verena Schmid (ostetrica)

TENS
di Lisetta Rafanelli (ostetrica)

AROMATERAPIA IN TRAVAGLIO
di Claudia Massopust (ostetrica)

IL MIO DOLORE. Le MIE DOGLIE. Parola di ostetrica 
di Valentina Duravia (ostetrica)

DAL DIBATTITO POLITICO
a cura della Redazione

EDITORIALE del n. 45
GIUGNO 2004

 

L’IMPORTANZA DELLE PAROLE

Il recente dibattito sul dolore del parto, dopo la rapida approvazione della proposta "epidurale per tutte", manca di un ingrediente fondamentale: l'alternativa all'epidurale. Come si può parlare di scelta, ancor di più di scelta responsabile e consapevole, quando l'oggetto della scelta è uno solo? Quando l'informazione è unilaterale e spesso incompleta o addirittura disonesta?
La donna media che oggi va in ospedale a partorire in realtà non ha nessuna scelta. O subisce il parto più o meno medicalizzato con il suo "dolore" non fisiologico o subisce l'offerta pressante di usare un'analgesia farmacologica che la espone a dei rischi per la sua salute e quella del suo bambino, come unica risposta alle sue paure. Con le dovute felici eccezioni che però nel panorama nazionale sono ancora troppo poche.
Nell'ambito medico il dolore è un unico concetto, non c'è distinzione tra dolori di origine patogena e dolori di origine salutogena, tra dolore produttivo e dolore improduttivo, nè tantomeno c'è un riconoscimento di una possibile funzione del dolore come elemento di esperienza e attivatore di nuove risorse endogene ovvero di rafforzamento. Un'esempio ne è l'iniziativa toscana "ospedali senza dolore" dove tutti questi dolori vengono messi in un unico calderone per essere combattuti e eliminati.
Noi ostetriche sappiamo che il dolore del parto ha delle peculiarità del tutto particolari, e lo sanno anche le donne. Ma è proprio la parola "dolore" che richiama la sofferenza, che mette loro paura e lo lega a esperienze negative.
Abbiamo provato a cambiare la parola, a riesumare un termine più antico  e specifico per il dolore del parto: la doglia. L'abbiamo proposta alle ostetriche, alle donne ed ecco: immediatamente la valenza è cambiata. Ce ne parla Mariangela a pag. 23
La doglia è ritmica. La doglia è finalizzata. La doglia ha inizio e fine. La doglia porta all'obiettivo desiderato: il figlio. La doglia fa crescere. La doglia non è "niente che una donna non possa sopportare" (Dick Read). La doglia contiene l'estasi.
La doglia è fisiologia (leggi a pag. 31). La doglia a volte chiede il sostegno dell'ostetrica per mantenere il suo ritmo fisiologico. La doglia può avere valenze diverse di cui il dolore può fare parte o no. Mantenere il ritmo della doglia è la prima e più importante analgesia naturale. Sembra semplice, ma richiede condizioni che ancora difficilmente si trovano all'interno degli ospedali: un ambiente intimo, indisturbato, un'ostetrica che lavora in un rapporto "one to one" in travaglio con la donna, una buona capacità di sostegno, la libertà di movimento. Cose semplici, essenziali, a basso costo.
Tutto il resto è dolore. Da non giustificare, da eliminare. Con mezzi farmacologici o fisiologici, a scelta.
Al recente congresso nazionale delle ostetriche tedesche (con la presenza di ben 2500 ostetriche), le nostre colleghe si sono interrogate su quale possa essere il nostro ruolo futuro in una realtà dove la nascita avviene prevalentemente in sala operatoria o sotto la guida dell'anestesista. Due sono stati gli elementi emersi con forza per il futuro professionale dell'ostetrica:
- lavorare sulla scelta informata, su una informazione più completa e più onesta che permetta delle scelte veramente consapevoli e che smaschera il tipo di informazione corrente la quale inganna le donne e si pronuncia in modo arbitrario su temi, sui quali in realtà mancano totalmente dati seri della ricerca, come gli effetti a breve e lungo termine sulla salute di donna e bambino;
- riempire di nuovo di contenuti le tappe della maternità, tappe che sono state svuotate dall'approccio asettico e tecnologico alla nascita.
Questo numero di D&D vuole dare un contributo in questo senso.


Verena Schmid

!
 <<