N° 49
La libera professione

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Indice:

EDITORIALE
di Verena Schmid

ATTUALITÀ
di Elisabetta Malvaglia

DIALOGHI CON I LETTORI
a cura della Redazione

COSÌ VICINE, COSÌ LONTANE
di Paola Frisoli

AGENDA
a cura di Amina Contin

LE EMOZIONI DELLE OSTETRICHE
di Valentina Duravia

ABSTRACT
a cura della Redazione

IL PARTO IN EUROPA
di Dorothea Kühn

IL PARTO EXTRAOSPEDALIERO
di Verena Schmid

LA SALUTE PRIMALE
di Michel Odent

IL PARTO NELL’ARTE
di Walter Pazzaia

NVITO ALLA LETTURA
di Paola Maria Lussoglio


SERVIZI

LA LIBERA PROFESSIONE DELL’OSTETRICA/O:
di Miriam Guana e M. Romano

QUALI PROSPETTIVE?          

LA PROFESSIONE LIBERA
di Marta Campiotti

TU DI CHE SPECIE SEI?
di Marcella Oggerino

RIFERIMENTI LEGISLATIVI DEL PART-TIME
di Rosa Perazzolla

DOVE NASCI È SOLO UN “ACCIDENTE”
di Carmen Fonseca

DONNE SULL’ORLO DI UNA CRIDI... DI SCELTA
di Maurizio Nolesini

QUANTO VALE IL MIO LAVORO?
di Maria Grazia Billone

PAURA E SICUREZZA: DUE DIVERSE POLARITÀ DI UNA STESSA FORZA
di Stephanie Bianco

QUALE LIVELLO DI ASSISTENZA PER LA LIBERA PROFESSIONISTA?
di Verena Schmid

IN SCIENZA E COSCIENZA
di Gabriella Fois

RELAZIONE TERAPEUTIVA E FORMAZIONE CONTINUA
di Katia Pistelli

LA PSICOFONIA: UNO STRUMENTO PER E DELL’OSTETRICA
di Elisa Benassi

EDITORIALE del n. 49
Giugno 2005

IL SALTO IN ALTO

Chi è interessato alla libera professione dell’ostetrica?
L’ostetrica stessa la teme da una parte, perché sinonimo di incertezze, impegno, disponibilità illimitata, dall’altra vi aspira in quanto sinonimo di libertà, autonomia, realizzazione professionale.
La categoria che rappresenta le ostetriche la inibisce perché teme il contrasto con gli ordini dei medici, con i quali vivono in simbiosi da decenni.
I medici la ostacolano perché temono una concorrenza sul piano economico e una perdita di controllo sulle donne.
I politici la reprimono nelle sue realizzazioni, perché l’alleanza tra ostetriche libero professioniste e donne che crescono viene percepita come una minaccia al potere istituzionale.
Dove porta di fatto la libera professione?
L’ostetrica può trovare un suo spazio professionalmente indipendente solo accanto a una donna che desidera mantenere la sua integrità di salute e di esperienza.
La donna che si consegna alla macchina del parto, avrà come riferimento prioritario sempre il medico.
Inoltre l’ostetrica libero-professionista lavora in un modello di assistenza diverso da quello medico, con criteri e riferimenti provenienti dalla salutogenesi, e strumenti di valutazione e intervento relazionali, globali.
La sua offerta tocca bisogni essenziali, legati al corpo della donna e al suo vivere sociale e personale. Per essere efficace nell’assistenza ha bisogno dell’alleanza terapeutica con la donna stessa e con la sua famiglia.
Ed è proprio questa alleanza che crea una forza incredibile per spiccare il salto in alto. Perché alto mira la libera professione: alto in qualità di salute e di esperienza,
alto in empowerment e consapevolezza, alto in soddisfazione e gratificazione, alto in impegno e responsabilità, alto in professionalità ed espressione, alto in dialogo e potere contrattuale, alto in un giusto compenso economico, alto in immagine e altro ancora.
Alto, purtroppo ancora, anche in solitudine.
Perché troppo poche sono in Italia le libero professioniste, e troppo divise ancora.
Non rappresentate da nessuno cercano la loro strada, a volte in modo individuale, accontentandosi di soddisfare le necessità personali, a volte percorrendo strade di colloquio con le istituzioni politiche e sanitarie.
E’ questa stessa alleanza con le donne, la sua forza, ad essere temuta in un sistema medico-politico che vuole persistere su una strada ormai a vicolo cieco.
La macchina del parto costa troppo, produce poco, guasta molto, crea dei problemi insostenibili alla società e alle generazioni future.
Per andare oltre, cambiare direzione verso una modalità più salutare, occorre spiccarlo davvero alto questo salto e occorre una forza altrettanto grande, quanto quella della macchina del parto.
Allora bisogna essere in tante, con un’identità e obiettivi comuni, con competenze chiare, con strumenti nuovi.
Bisogna trovare nuove modalità di lavoro libero professionale anche a convenzione con gli ospedali.
Iniziamolo questo dibattito!
Questo numero vuole offrire spunti per discutere e trovare una nuova modalità di essere ostetriche. Fuori, ma anche dentro le istituzioni, in autonomia intellettuale e formale.

Verena Schmid

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