Intervista a
Julia Butterfly Hill
 

Intervista di Paolo Scopacasa


Nel novembre del 2000 qualcuno, con una motosega, ha praticato un taglio nel tronco di Luna. Si sa chi è stato e perché l'ha fatto?

Sappiamo chi è stato, ma non lo possiamo rendere noto. Ci sono persone che hanno anche le prove necessarie per dimostrarlo, ma temono per la propria incolumità, perché sono state minacciate di morte. Comunque è in corso un'indagine indipendente per trovare un modo per risolvere questa delicata questione. In quanto al motivo, Luna è diventata un grande simbolo. Per questo il rischio che venga attaccata è altissimo, proprio come nel caso di Ghandi, Martin Luther King e altre persone che hanno rappresentato e rappresentano una causa importante. Luna simboleggia la difesa della giustizia, della verità, dell'amore. Chi ha attaccato Luna lo ha fatto per rabbia e frustrazione, per la paura di dover cambiare il proprio modo di vivere e di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Tuttavia questo attacco non fa che dare maggior forza al simbolo.


Come hai vissuto questo attacco a Luna, dopo aver dedicato due anni della tua vita a proteggerla? L'hai percepito anche come un attacco nei tuoi confronti? Ti fa pensare a un rischio per la tua incolumità personale?

E'certamente anche un attacco nei miei confronti. In quanto alla mia incolumità, è stata in pericolo molte volte quando ero su Luna, ma anche successivamente e tuttora. Il mondo di oggi non incoraggia le persone che si impegnano per difendere la Terra, anzi le minaccia. Però io mi rifiuto di vivere nella paura, voglio vivere nella giustizia e nell'amore. Quando nel settembre del 1998, durante l'occupazione di Luna, è stato ucciso David Chain, un attivista texano di ventiquattro anni, ho provato un dolore enorme. Poi Luna mi ha ricordato che uccidendo David non erano comunque riusciti ad uccidere l'amore per le foreste. Questa è la mia forza. La persona che ha tagliato Luna è il mio più grande insegnante. Questo è l'amore per me, amore in azione. Un conto è amare nelle situazioni facili, un altro è amare quando i tempi sono difficili e la tua vita è in pericolo.


Come racconti nel tuo libro, in due anni Luna ti ha insegnato moltissimo e ti ha trasmesso una forza enorme. E' difficile capirlo per chi non ha vissuto un'esperienza del genere e per chi vive senza un contatto così intimo con la Natura. Secondo te, da dove possiamo attingere la forza per cambiare le cose in meglio anche quando tutto sembra andare storto?

Spesso ci vuole una crisi profonda perché possiamo trovare amore e forza dentro di noi…credo che faccia parte della natura umana. Nel mio caso è stato il volante della mia auto, che mi ha sfondato il cranio in un terribile incidente, a guidarmi in una nuova direzione. Penso che un modo per ricordarci di quello che possiamo e dobbiamo fare sia guardare negli occhi una bambina o un bambino e chiedersi: potrei dire sinceramente a questa bambina o a questo bambino 'Non mi importa del tuo futuro'? Se la risposta è no, dobbiamo fare qualcosa. Perché quando un bambino o una bambina viene al mondo, non sceglie dove nascere e il tipo di mondo in cui dovrà vivere. Io guardo spesso i bambini e le bambine per ritrovare la forza e l'amore per andare avanti, quando comincio a sentirmi scoraggiata, perché il tempo che è trascorso da quando sono scesa da Luna a oggi è stato più difficile dei due anni passati sull'albero.


I Nativi Americani hanno sempre coltivato un rapporto molto stretto con tutte le creature della Terra. La tua esperienza ti ha avvicinato alla loro visione della vita? In seguito a questa esperienza hai instaurato dei rapporti con tribù di Nativi Americani? So, per esempio, che sei impegnata nella campagna per la scarcerazione di Leonard Peltier.

Sì, Leonard Peltier è un nativo americano che è in carcere da 25 anni per un omicidio che non ha commesso. Come altre persone detenute ingiustamente, paga per aver lottato per le proprie convinzioni e perché ha voluto difendere i diritti di una minoranza. Sono in contatto con due tribù in particolare, la tribù Lakota della riserva di Pine Ridge nel Sud Dakota e la tribù Navaho Dineh di Big Mountain in Arizona.

Julia Butterfly Hill

 

Julia Butterfly Hill, ambientallista, scrittrice del libro "La ragazza sull'albero" pubblicato in Italia da Corbaccio. (Foto di Armando Rubino)


I Lakota della riserva di Pine Ridge costituiscono la parte più povera della popolazione americana. Hanno un tasso di disoccupazione del 98%. Con la
fondazione Circle of Life stiamo attuando vari progetti per migliorare le loro condizioni di vita. Tutte le tribù indigene sapevano vivere come un tutt'uno con la Natura. Da loro possiamo trarre grandi insegnamenti, come quello delle tre S: Sovranità, Sussistenza e Spiritualità. La Sovranità è la capacità di autogovernarsi vivendo in base alle leggi della natura.

Per le popolazioni Native le regole umane dovevano corrispondere alle regole della natura. La Sussistenza consiste nel saper distinguere tra le proprie esigenze e i propri desideri, in altre parole non distruggere quello che ci serve perché vogliamo troppo, per avidità. Spiritualità significa riconoscere che ogni vita è sacra.

Prima di togliere la vita a un'altra creatura per nutrirsi, ogni volta questa gente chiedeva il permesso e poi ringraziava. I Lakota mi hanno insegnato davvero molte cose. Per esempio, nella loro lingua non esiste una parola che traduca il termine 'mitigation', che significa rimediare ai danni causati alla natura, per esempio cercare di ripulire i fiumi che abbiamo inquinato e così via.

Loro non conoscono il concetto perché evitano di causare il danno, per cui non c'è bisogno di rimediare. Potremmo imparare molto da loro. Purtroppo le basi del loro modo di vivere sono state minate e distrutte in tutti i modi. Ma chi tra loro ha saputo mantenere viva questa antica spiritualità è più ricco di chiunque altro, più di qualsiasi miliardario in America.


E l'altra tribù, quella di Big Mountain?

A Big Mountain ci sono problemi tra le tribù Hopi e Dineh, creati ad arte dal governo degli USA. Entrambe queste tribù erano state relegate in un'area deserta, ritenuta priva di qualsiasi interesse economico. Nel frattempo, però, sono stati individuati giacimenti di carbone e di uranio. Così ora questa gente è costretta a vivere in uno spazio ancora più ristretto.

Il governo, approfittando della disperazione di alcuni di questi nativi, ha montato una controversia tra le due tribù. Intanto l'estrazione di carbone e uranio minaccia la loro stessa esistenza. Con un gruppo di persone sono stata lì per fare una marcia di preghiera. Abbiamo dovuto sfuggire agli agenti del Bureau of Indian Affairs e dell'FBI, che volevano arrestarci per violazione di proprietà del governo.

Abbiamo visto mucchi di carbone e uranio radioattivo lasciati sul ciglio delle strade, vicino ai pascoli delle pecore di questa gente e ai loro orti. Non possiamo consentire che accadano queste cose, che i diritti di questa gente vengano ulteriormente calpestati.

Grazie alla fondazione Circle of Life abbiamo già iniziato vari progetti presso i Lakota, come per esempio orti biologici, la coltivazione di canapa per produrre carta e materiali da costruzione per realizzare case per gli anziani; stiamo coinvolgendo ragazzi e ragazze, procurando loro computer portatili, perché contribuiscano a informare ed educare il resto della tribù.

C'era da superare il pregiudizio nei confronti della canapa, ma alla fine il consiglio della tribù ne ha approvato la coltivazione. Purtroppo è intervenuta la Drug Enforcement Agency, che ha distrutto il campo di canapa, violando la Legge della Tribù, che all'interno della riserva dovrebbe prevalere sulle leggi degli USA.


Insomma c'è ancora molto lavoro da fare e spesso chi rema contro ha molto potere. Come possiamo fare a risolvere i molti problemi che affliggono la nostra Terra?

Dobbiamo comunicare e lavorare insieme. Ognuno può fare la sua parte, facendo quello che sa fare meglio. Quando io sono andata nella foresta di sequoie sapevo soltanto che volevo e dovevo fare qualcosa per fermare il taglio degli alberi. Ho fatto l'unica cosa che sapevo fare: arrampicarmi su un albero, come facevo da bambina - sono cresciuta con due fratelli maschi.

Siamo abituati a credere che non possiamo fare la differenza, non possiamo cambiare nulla. Invece possiamo contribuire a cambiare il mondo in meglio. Il modo migliore è fare quello che amiamo fare di più, perché se facciamo qualcosa che oltre a essere utile ci fa anche piacere e ci diverte, faremo un lavoro migliore e non ce ne stancheremo mai.

Una delle cose che ho imparato stando su Luna, vedendo tutto da una prospettiva completamente diversa, è che tutti i problemi, ecologici e sociali, in realtà sono una cosa sola, perché la Terra su cui viviamo è una sola. Quello che facciamo alla Terra lo facciamo a noi stessi e a noi stesse. Perciò ognuno di noi deve cambiare il suo modo di vivere, per il bene comune.


Spesso però ci sentiamo impotenti di fronte a problemi che ci sembrano molto più grandi di noi...

Il nostro denaro è uno strumento molto potente a nostra disposizione. Ogni 50 lire che spendiamo è un voto che esprimiamo, per o contro la Vita, nostra e della nostra Terra.

Tutte le nostre scelte sono un modo per esprimere il nostro potere. Io ho scelto di essere completamente vegetariana, vale a dire vegetaliana 'vegan', cioè non mangio nessun prodotto di origine animale: niente latte, niente burro, niente uova, oltre che niente pesce, niente carne. In questo modo contribuisco a salvare le foreste pluviali e a ridurre la fame nel mondo. Infatti gran parte delle foreste pluviali, dell'America meridionale in particolare, viene abbattuta per creare pascoli per il bestiame.

In più, per produrre una porzione di carne di manzo si consumano risorse che sarebbero sufficienti a sfamare dodici persone. Scegliere di non mangiare carne significa contribuire a risparmiare acqua ed energia, oltre che ridurre l'apporto di tossine al proprio organismo, migliorando così anche la propria salute.
Porto sempre con me un contenitore per il cibo e un thermos per le bevande, così evito di usare bicchieri e piatti usa e getta. Limito anche il consumo di carta e ne riciclo il più possibile.

Le foreste vengono distrutte anche per ricavare legname per arredamento. Anche in questo caso dobbiamo imparare a fare scelte attente. Scoprire da dove viene il legno e scegliere prodotti fabbricati soltanto con materiali riciclati.
Insieme possiamo cambiare il mondo.


Vedi anche:
Una farfalla scesa dalla luna

La ragazza sull'albero

  La ragazza sull'albero
Hill Julia Butterfly
216 pagine
Editore Corbaccio
L. 28.000

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  Nel dicembre 1997, a 23 anni, Julia "Butterfly" Hill si è arrampicata in cima a una sequoia, battezzata Luna, per protestare contro l'abbattimento di una foresta di alberi millenari nel nord della California da parte della Pacific Lumber, una società nel settore della raccolta del legname.
Ne è discesa solo 2 anni dopo, avendo raggiunto con la Pacific Lumber un accordo di grande valenza simbolica, per la conservazione di Luna e degli alberi circostanti. Durante tutto questo periodo ha vissuto su una piccola e traballante piattaforma a circa sessanta metri di altezza, in balia delle tempeste, degli elicotteri della Pacific Lumber e dei suoi agenti di sicurezza che impedivano il passaggio dei rifornimenti. Questo libro è la storia della sua avventura

Da Donna & Donna


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