Michelangelo Buonarroti
Come l'artista capitalizzava e risparmiava

di Gato Medici

Come risparmiava Michelangelo? I primi a chiederselo sono ovviamente gli studiosi del grande artista rinascimentale ma sicuramente la cosa incuriosisce anche coloro che amano Michelangelo dopo aver visto alcune delle sue opere.

Egli era sufficientemente ricco, una ricchezza dovuta alla fama raggiunta in tutto il mondo rinascimentale soprattutto dopo la realizzazione della Pietà. Ma non risulta facile trovare dei documenti che ci facciano sapere che tipo di risparmi e investimenti faceva l'artista.

Nella sconfinata collezione di codici e manoscritti della Biblioteca Apostolica Vaticana, il dott. Giovanni Morello, ha trovato un documento, oggetto di attente analisi degli studiosi dell'artista e che ci fa conoscere qualcosa in più su come investiva e risparmiava Michelangelo. Si tratta si una piccola striscia di carta scritta di proprio pugno dall'artista. Tre righe: "Ricordo che addì 5 sectenbre ebbe da me ser Raffaello da Ripa sessanta grossoni per fine del pagamento per aver prochurato per me per conto de un podere chi comprai da Pietro Tedaldi" riferite all'acquisto di un podere il località Rovezzano nelle immediate vicinanze di Firenze.

L'artista in quel periodo, era il 1517, era in un particolare momento di benessere economico e stava lavorando al Cristo. Uno dei maggiori esperti mondiali di Michelangelo dice che l'artista era parsimonioso e che amava risparmiare anche investendo in terreni e alla sua morte lasciò diverso denaro, ma aveva anche dei nipoti avidi dai quali doveva difendersi. Mentre secondo le ricerche del prof. William Wallace, studioso americano dell'artista, risulta che Michelangelo usava pagare i suoi aiutanti, che pare fosse cosa rara per il periodo.


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