Il restauro dei libri
nella Biblioteca Nazionale di Firenze

di Rita Messeri

Vediamo le diverse fasi del restauro dei libri: la prima fase di lavoro consiste nello stilare un identikit del reperto cioè la conoscenza della totalità dei materiali che compongono il libro: carta, inchiostro, cuoio, pergamena e così via. La scheda di restauro che accompagna ogni volume è diretta discendente, perfezionata e aggiornata, di un tipo di schedatura progettata nel 1966 da Anthony Cains, che dopo l’esperienza fiorentina divenne direttore del Gabinetto di restauro del Trinity College di Dublino.

Il restauro di un libro
nella Biblioteca Nazionale
di Firenze

(foto FAN©)

Seguiamo il percorso dei reperti: se necessitano di restauro per via umida vengono inviati ai lavaggi. Generalmente si tratta di libri alluvionati, un primo lavaggio viene effettuato con acqua corrente a cui fa seguito un bagno di neutralizzazione a basso tenore di idrossidi di Calcio. Segue l’essiccazione su telai metallici, che avviene a temperatura ambiente. La fase successiva passa al reparto restauro e legatoria: in questo settore il libro viene ricomposto, il suo dorso, che è paragonabile alla nostra spina dorsale, viene ricostituito, lasciando però alla sua struttura libertà di respiro, snodamento; una rilegatura troppo rigida potrebbe causare danni da mancanza di elasticità.

Per i libri che hanno subito danni da alluvioni o da allagamenti in tempi recenti si usa un procedimento di bloccaggio del degrado della carta tramite congelamento. I reperti vengono poi fatti scongelare mediante un liofilizzatore di cui, primo e unico centro Italiano statale, dispone il Gabinetto di Firenze. Il liofilizzatore trasforma il ghiaccio in vapore, senza passare per lo stato liquido, evitando così traumi alle fibre della carta e per quel che riguarda la carta patinata ne impedisce l’ “impastamento” cioè il trasformarsi del libro in un blocco unico.

Lavaggio di un
libro alluvionato
alla Biblioteca Nazionale
di Firenze
(foto FAN©)

Purtroppo il nervo scoperto è la mancanza di fondi: il Centro di Restauro, finanziato dal Ministero per i Beni Culturali, si avvale della collaborazione di ditte esterne sulle quali opera funzioni di collaudo e controllo sul lavoro svolto. Si spera che in futuro le sponsorizzazioni dei privati, penso in questo caso a grandi Case Editrici oltre che alle Banche, diventino sempre più decisive e costanti {oprattutto per non disperdere questo patrimoni di cultura, manualità e ricerca scientifica.

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