"La Donna delle Sette Fonti"
Intervista all'autore Antonio Diego Manca

di Sandro Pintus


Come è nata la storia del romanzo?

Una delle idee è venuta da una parte di me che considero una mia parte femminile e che ho chiamato Antonietta. E' una donna sarda, bruna, piccola di statura, timida e insicura che somiglia un po' a quelle donne sarde che andavano a lavorare come domestiche in continente. Antonietta si sente vittimista e perdente ma io so anche che è molto forte. Infatti uno dei miei sogni era trasformare Antonietta in una donna sicura di sé, competente e consapevole della propria bellezza. Ne ho fatto uno dei personaggi del libro anche perché volevo scrivere qualcosa di divertente su una donna come lei.

Attraverso il personaggio di Antonietta cosa ha voluto dire?

Attraverso Antonietta ho voluto mandare un messaggio soprattutto alle ragazze e ragazzi tra i 13 e 18 anni e stavo pensando anche alle mie due figlie. E' un messaggio sul coraggio. Le donne del romanzo, soprattutto Tia Nanna, spingono Antonietta a lottare contro la sua malattia e contro la rassegnazione ma soprattutto lottare per realizzare il proprio sogno.


Antonio Diego Manca
autore del romanzo
"La Donna delle Sette Fonti"
edito da Corbaccio

Il suo romanzo è ambientato in Sardegna.......

L'ho voluto ambientare nella terra dove sono nato, uno dei luoghi che credo di conoscere meglio anche se poteva essere ambientato in qualsiasi altra parte perché è un romanzo sull'Acqua. Da quando, nel 1964, ho lasciato il mio paese Santulussurgiu per emigrare, lo ricordo come il paese dell'Acqua. Tutta l'area è infatti famosa per l'abbondanza delle sue Acque. Quando tornavo per le vacanze la prima cosa che facevo era bere l'acqua delle fonti, un gesto che mi riportava a casa. Negli anni Sessanta ci fu un grande incendio che distrusse gran parte dei boschi di querce e lecci. L'anno seguente l'incendio, quando tornai in paese, andando a visitare le fonti per berne l'Acqua vidi che ne rimaneva un sottile filo a causa del terribile incendio. Tutto il paese si rese conto che l'acqua era quasi esaurita e che tesoro aveva perso. I pastori, per la prima volta nella storia del posto, si dovettero portare l'acqua per abbeverare il bestiame.

Il romanzo è dedicato a tutte le Acque della Terra ma anche a un gattino selvatico, perché?

L'ho voluto dedicare a tutte le Acque. La storia contiene informazioni sull'Acqua, sulla sua sacralità e la sua bellezza. Gli antichi popoli della Sardegna conoscevano la sua preziosità al punto che l'adoravano attraverso deità e templi come i pozzi sacri.
Mentre raccoglievo il materiale per scrivere il romanzo ebbi un sogno molto forte: ero a San Leonardo di Siete Fuentes, in un boschetto di querce. Vidi un gattino selvatico grigio tigrato e lo presi anche se cercava di scappare. Volevo portarlo a casa ma dopo essermi allontanato mi chiesi cosa stavo facendo. Stavo portando a casa un gattino selvatico per addomesticarlo? Decisi che doveva rimanere selvatico e lo lasciai andare nel bosco. Questo sogno fu molto importante e mi diede una grande carica perché vidi la parte selvatica in me che non deve essere addomesticata. Qualche giorno dopo iniziai a scrivere il romanzo.

Il romanzo è introdotto dallo scrittore indiano americano Hyemeyohosts Wolf Storm, autore del libro "Sette Frecce"...

Wolf Storm è un amico che conosco da oltre 20 anni. Lui mi ha spinto a scrivere e mi ha fatto dono, come introduzione al libro, di una "Preghiera alle Sacre Acque". Penso che non ci possa essere migliore introduzione di questa per un romanzo dedicato all'Acqua. Attraverso Wolf Storm ho imparato scoprire la mia terra e ad amarla. E stato un processo durato anni e io mi sono innamorato della Terra come di una bella donna. Tramite Wolf Storm ho scoperto la Terra come un essere vivente e ho imparato ad amarla.

Ogni capitolo è introdotto da una poesia, perché questa scelta?

Ho scelto una poesia perché, nel "terreno" che compone il romanzo, è come un solco lasciato da un aratro nel quale può crescere qualcosa che è stato seminato. In questo modo, leggendo una poesia di Garcia Lorca o un Haiku, il lettore viene guidato al capitolo che segue.

Cosa vorrebbe dai lettori del suo romanzo?

Mi piacerebbe che leggendo il romanzo "scoprissero" lo Spirito dell'Acqua. I nostri antenati conoscevano questo Spirito e andavano alle fonti per curarsi ed ispirarsi. Se alcuni dei lettori dopo aver letto il libro riuscissero trovare questo Spirito per me sarebbe un dono immenso. Sarebbe questo il successo del mio romanzo.

Vedi anche:
"La Donna delle Sette Fonti",recensione
Un estratto dal romanzo

da Donna&Donna


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